100DECIBEL

Voce tagliente e penetrante, arriva fino al DNA. Immune alla solitudine (VREC/ AZZURRA MUSIC) è il nuovo album di Emily Guerra, cantautrice Veronese e insegnante di canto. Dotata di tecnica sopraffina e personalità unica ha debuttato nel 2012 con l’EP Piume. Ora, con questo album contenente dieci pezzi, dimostra di fare sul serio e di aver tracciato il suo percorso artistico in maniera netta e indelebile. Il singolo estratto “Tutto quello che ho” ben rappresenta la sua filosofia artistica e ogni traccia di questo LP riserva emozioni che lei stessa ha saputo trasmettere scrivendone e componendone tutti i brani. Gli arrangiamenti sono stati curati con la preziosa collaborazione dei musicisti veronesi Luca Peretti (chitarre), Marco Bosco (basso), Alberto Bonomo (batteria), sotto la supervisione tecnica del fonico Marco Ferrari. Da segnalare, oltre a “Tutto quello che ho” (primo singolo estratto), il brano Coriandoli, presentato alla Commissione Sanremo 2012. “Per sempre” è un autentico pezzo di bravura e una girandola di emozioni (voce e pianoforte) che raggiunge la massima espressione romantica di Emily. La title track “Immune alla solitudine” è vera e propria filosofia. La solitudine è uno stato mentale, non deve spaventare e non dipende dal numero di persone intorno a noi. Non si è mai soli se si ha voglia di vivere e di guardare avanti verso il futuro con ottimismo. Da poco è uscito il videoclip del secondo singolo estratto: Coriandoli. (Freddy Marchiori)

IndiePerCui

La luce che filtra all’interno di una finestra, il calore di un camino acceso che scalda gli ultimi attimi dell’inverno, una voce che a sua volta riscalda, senza chiedere troppo, lasciando il passato dietro di se e il futuro ancora vivo da scoprire davanti a i propri occhi così accesi, così vivi.

Questo è il nuovo disco di Emily Guerra cantautrice pop proveniente dalla zona del lago di Garda che al suo primo full length incanta e stupisce soprattutto per maturità stilistica e cura negli arrangiamenti, tra melodie orecchiabili e intense ballate struggenti dove il cuore è messo sempre al primo posto.

Una cantautrice che cura la voce e fa della stessa voce uno strumento importante, fluttuante, un mare in tempesta carico di quel sodalizio con la canzone d’autore italiana che incanta per qualità proposta e cura dei particolari. Un album quindi fatto di attimi coraggiosi e certezze raggiunte, un divincolarsi dal mondo circostante con uno stile proprio e personale simbolo di eleganza, ma anche di maturità, portando il romanticismo ad un’opera lieve e contemplabile.

Ecco allora che i suoni rock sono condensati dal pianoforte in evoluzione, una fotografia del tempo, del nostro tempo che vorremmo concedere al mondo come stato di grazia infinita.

Musicalnews

Suona il piano, canta divinamente, scrive canzoni bellissime. Serve altro? Una volta avremmo detto: è nata una stella. Vogliamo provarci ancora oggi. Talento vero. Mi chiedo fino a quando staremo fermi e zitti ad accettare che nuovi talenti musicali, di ogni tipo e genere, finiscano miseramente ed in fretta nel dimenticatoio solo perché non hanno scelto la strettoia dei talent show (televisivi e di paese, visto che proliferano ovunque)?

Lo dico anche per difendere Emily Guerra – immaginatevi una sorta di Elisa/Arisa, che incontra Tori Amos – che sarebbe triste scoprire un giorno come l’ennesima vittima falcidiata dal disinteresse della discografia, del pubblico spossato da fiumi di musica inutile, e che spinge e si intestardisce solo con i soliti venti nomi storici ed in qualche cantante burattino uscito da una votazione (concordata?), di giudici sorridenti e commosso alla bisogna.

Spero che qualcosa di grande possa succedere, chiamatela rivoluzione se volete, perché dischi come questo escano alla luce, in modo tale che tutti possano almeno ascoltarli e poi decidere da che parte stare. Emily, nata sulle sponde del lago di Garda, dopo il singolo ‘Piume’, ha compresso la sua creatività in questo esordio, in dieci canzoni di rara bellezza, dove la canzone melodica italiana trova nuova linfa vitale con melodie internazionali, con costruzioni armoniche limpide e non banali, sostenute da testi che sono piccoli acquarelli gettati sulla tela delle note. ‘Coriandoli’, ‘Storia di una balena’ ‘All’unisono’, ‘Controvento’, la title track e la commovente ‘Nell’universo’ sono brani scritti con emozione e vera ispirazione. Un’artista ed un album che spiccano nel panorama pop italiano di questi ultimi anni. (Gianni Della Cioppa)

Rockerilla

Una ventata d’aria fresca: la veronese Emily Guerra è una sfacciata ottimista, che cerca e trova sempre il bicchiere mezzo pieno, e che non ha paura di sbattere in faccia al mondo indie, da sempre più affine a cantautori più seriosi e cupi, il suo spirito candido.

Il secondo lavoro della giovane musicista incarna già nel titolo questa propensione alla gioia, la sua voglia di sdrammatizzare, e l’indole luminosa trova conferma nel crescendo divertito di “Storia di una balena”, così come nell’ariosa “Coriandoli”.

Il valore aggiunto di un lavoro leggero e scorrevole sono le melodie intriganti e la buona qualità degli arrangiamenti. Un invito a riscoprire il bello della vita. (Francesco Buffoli)

Music Club

Emily Guerra esordisce sul mercato discografico con un Ep intitolato “Piume” che può considerarsi una delle proposte pop più fresche ed innovative ascoltate di recente. D’altronde non a caso alla produzione artistica troviamo il noto produttore discografico senese Diego Calvetti che di successi ne ha sfornati parecchi: basterà citare Noemi, Fiorella Mannoia, Patty Pravo.

La cantautrice scrive con tatto dosando parole e musiche sia nel singolo radiofonico “Piume” che nel brano “Cartoline”. Spiazzante e divertente il brano “Dopo l’acquazzone” altra chicca dell’Ep.

Le canzoni trasudano voglia di raccontare in modo semplice ma intenso, un aggrovigliarsi di stati d’animo che, attraverso sonorità intime e romantiche, danno vita ad un mondo ricco di metafore e sottili sfumature. Ma, a nostro avviso, sono il timbro ed il modo di cantare di Emily che possono lasciare il segno: tra Bjork ed accenni a Carmen Consoli, il progetto sembra originalissimo. Se poi continuerà a scrivere brani di questa caratura sentiremo ancora parlare di lei.

Rockambula

La cantautrice veneta in questione, Emily Guerra, qui al suo bel esordio “Piume”, potrebbe – -in futuro – regalare un po’ di grattacapi a tutte quelle determinazioni artistiche che ambiscono allo star system di un certo medio-livello, non per chissà quali cose, ma per un altro insieme di cose che fanno di questo ascolto una serenità fresca e un piccolo incanto underground.

Quattro tracce traversate da una voce particolarissima, una gattina che con un microfono tira fuori poesie intimiste e personali, la descrizione di vari stati d’animo che si sovrappongono e giocano a colorare giornate e pensieri altrimenti in bianco e nero; canzoni semplici e di tempra sincera, titubanze ed emozioni che – in un circolo ipnotico – ti arrivano all’orecchio con un gusto pieno e radiofonico, e che se poi considerate in mezzo a tanta idiozia pop in circolazione, riescono a “dribblare” con classe e originalità tanti misfatti; dentro questa corta tracklist c’è energia e talento, niente barocchismi d’amore o disfatte, ma una sana ostinazione a concedersi per quello che si è, l’amore, la tristezza, la rinascita trattate come un nodo da sciogliere e non da crearci marasmi insormontabili, una artista questa Emily che cerca di uscire dai più facili “viottoli” del poppy da smanceria per portarsi ad una dolce concettualità per rimane nel circolo senza essere ingoiata dall’imbuto senza fondo del sistema, e da quanto ci è dato da assaggiare, la strada è giusta.

Un pò Arisa e un po’ svagata corista, l’artista Emily ha in mano la carta giusta per uscire fuori, quattro canzoni creata col vestito da hit, quattro pezzi che con le stratificazioni blu di “Piume”, i tasti melanconici di piano che puntellano “Cartoline”, il dolce dondolare caratteriale di “Dopo l’acquazzone” e la tenerezza dream che frizza in “Anime” potrebbero tramutarsi in belle “frequenze disturbate” per un qualcosa ben più alto dei giri viziosi ed inconcludenti dell’emergenza cantautoriale. Della serie come perdersi tra nuove bellezze sconosciute che avanzano.

Me!Magazine

La cantautrice Emily Guerra giunge solo oggi alla sua prima pubblicazione ufficiale dopo una gavetta durante parecchi anni come turnista in grandi case discografiche frutto di ottimi piazzamenti ad Area Sanremo, al CET di Mogol ed in molte altre situazioni dove l’artista ha potuto focalizzare la propria proposta artistica.

La fortuna di lavorare poi con Diego Calvetti (già produttore di Noemi ed Alessandra Amoroso) non ha fatto altro che enfatizzare la sua particolare vocalità ed il suo mondo sonoro. Ascoltando l’EP “Piume” troviamo solo quattro canzoni ma sono quattro piccoli capolavori che brillano per originalità ed immediatezza.

Dotata di un timbro vocale ed un modo di cantare che ricorda Bjork e Kate Bush, Emily è riuscita a sintetizzare una musicalità decisamente pop/rock con dei testi aperti alla poesia ed alla positività “siamo minuscole stelle cadenti, qualcuno ci vedrà, qualcosa resterà di noi”.

Trasuda un messaggio di salvezza, come la bambola lasciata in cantina che prima o poi qualcuno tornerà ad usare, un inno a tornare a godersi le piccole cose della vita, il pane con burro e marmellata, e tutto quello che può arricchirci l’anima. “Piume”, “Cartoline”, “Dopo l’acquazzone” e la bellissima acustica “Anime” pongono una solida base di credibilità nella carriera di questa artista.